Breve prontuario del turista poliglotta

di Andrea Luxoro

 

Ad alcuni giorni dall’arrivo sull’isola di San Pietro, dopo aver preso confidenza sul bagnasciuga o durante un aperitivo con qualche isolano loquace, potresti essere goliardicamente sottoposto al test sul tabarchino. Sicuramente in fila per una tonda focaccia del mattino in panetteria all’orecchio del visitatore risuonerà singolare la strascicata melodia delle lunghe vocali e delle enfatiche consonanti della parlata locale, e la sua sostanziale lontananza dalla lingua dell’isola madre: ajò diventerà anémmu, un sosituirà il ciao nazionale, e uno speranzoso se vedémmu rimanderà a futuri incontri.

La prima prova con la qualche cimentarsi, abitualmente, è scciöppu, e qualora il tuo risultato superasse le aspettative dell’esaminatore senza troppe difficoltà si passerebbe brevemente al “livello pro” con lo scioglilingua ti ne sè asè se a sö a sa se a sò a l’è asé pe salò a sâsissa.

Ed è proprio l’uso, più o meno consapevole e magistrale, del tabarchino una delle chiavi grazie alla quale potresti far breccia nel cuore dei carlofortini.

Breve prontuario 

Ôscì: si
Ônù: no
: salve più familiare e traducibile in: ciao.
Se vedémmu: arrivederci. Al mattino, possiamo usare anche bungiurnu â matin, la sera buñasàia. Infine, per augurare la buona notte: buñanötte.
Per dire grazie: gràssie. Per dire di niente: figüte.
Scüza u destürbu: scusi se la disturbo.


Per presentarti

Me ciammu Giovanni: mi chiamo Giovanni.
Sun de Rumma: vengo da Roma.
Cumme ti stè? Come stai?


Altre espressioni utili

Per chiedere a qualcuno il suo numero di telefono o la sua mail: póssu avài u tó nümeru/a tó email?
Se vedémmu duman: a domani. Per dire alla prossima settimana, dici: st’otra setemaña. Dopo un momento conviviale, celebrativo o di festa in ‘otra vótta mégiu.


Per porre una domanda, gli avverbi e le formule

Unde sun i traghétti? o und’ en i traghétti? Dov’è l’imbarco?
Cusse l’è u Sparmadù? Cosa è lo Spalmatore?
Pài ciàzze? Per le spiagge?
Unde ti vè? Dove stai andando?
Chi t’é? Chi sei?
Spiéghime unde s’aferme u pullman? Mi spiegheresti dov’è la fermata del bus?


Frasi di uso comune 
per gli spostamenti
In bigéttu pe Câdesédda pe piâxài: un biglietto per Calasetta, per favore.
Que u l’è u próscimu traghéttu? Quand’è la prossima partenza?
À che ua u l’è u traghéttu pe Portuscüzu? A che ora è il traghetto per Portoscuso?
Unde s’acattan i bigétti? Dove posso comprare i biglietti?
Unde l’afitu ‘na biciclétta? Dove noleggio una bicicletta?


All’hotel, al ristorante, al bar

Ghe n’è stànsie vacanti? Avete camere libere?
Ôriè ‘na stànsia pe quattru persuñe: vorrei prenotare una stanza per 4 persone.
Ôriè in apartamentu pe séi giurni: vorrei affittare un appartamento per 6 giorni.
Che risturante ti me cunséggi chi à vixin? Quali ristoranti consigli/consiglia nei dintorni?
Ôriè prenutò duì pósti pài növ’ue: vorrei prenotare un tavolo per 2 persone alle 21.00.
Und’ u l’è u bagnu? Scusi, dov’è il bagno?
Ina bira pe piâxài: una birra, per favore.
Per un bicchiere di vino/acqua: in góttu de vin/ègua.
U cuntu, pe piâxài: il conto, per favore. Per la spesa e lo shopping
Unde a l’è a pósta? Come posso raggiungere l’ufficio postale?
Ina bütéga de scorpe? Vorrei comprare delle scarpe.
Póssu pagò cua corta / cui dinè de papé? Accetta la carta di credito/i contanti?
Quant’u vò? Quanto costa?

 

Andrea Luxoro nasce a Carloforte, dove tuttora vive e lavora. Studia a Cagliari e si laurea in antropologia, presso la facoltà di Lettere, con una tesi sui “lavoratori del mare di Carloforte”. Ha fondato con un gruppo di studiosi locali l’Associazione Culturale Saphyrina e l’Asuciasiun cultürole tabarchiña che valorizzano e promuovono la cultura, la storia e la lingua delle comunità tabarchine del Mediterraneo. Cura la rassegna letteraria “Pocomabuono” e ha fondato la Fiera del Libro di Carloforte. Coordina lo Sportello linguistico tabarchino di Carloforte, è consulente scientifico per il Polo della lingua tabarchina e promuove iniziative culturali su molti fronti. Lo trovate sempre preparato e disponibile presso l’edicola “Dai giurnoli in sciâ ciassa” (Piazza Repubblica).