La chiesa di San Carlo Borromeo

Ai piedi della statua di Carlo Emanuele III, ha inizio il corso Tagliafico che ci porta alla chiesa San Carlo Borromeo, con la sua eleganza incerta tra Neoclassico e Barocco. A quest’ultimo può ricondursi il campanile, arretrato rispetto al fronte della chiesa; al primo invece la nitidezza e il rigore geometrico della facciata.
Tra i tesori custoditi al suo interno, le statue di San Carlo, di Sant’Anna e della Madonna bambina; una riproduzione della Pietà, un mosaico raffigurante Don Mario Ghiga e Don Gabriele Pagani, un telo di San Carlo in adorazione alla Vergine Maria, donato dai Savoia.
Infine, nella sua parte più intima e riposta, dietro l’altare maggiore, è compresa la pietra asportata dall’abside della chiesa di Tabarka, abbandonata per sempre qualche secolo prima.

La chiesa di San Carlo Borromeo

La chiesa dei Novelli Innocenti

Se lo stile della chiesa parrocchiale è composito, è invece schiettamente tardobarocca la piccola chiesa dei Novelli Innocenti, ai margini dell’abitato. Fu eretta sui ruderi di una chiesa medievale costruita per volere di papa Gregorio IX in ricordo degli adolescenti che intorno al 1212, salpati da Marsiglia alla volta della Terrasanta per combattere nella “Crociata dei fanciulli”, fecero naufragio presso le coste dell’isola di San Pietro, trovandovi la morte.
La chiesetta, unico riferimento religioso per il primo nucleo di coloni reduci da Tabarka, mostra una esemplare rigore di stilemi: un prospetto bianco, coronato da un attico con timpano triangolare; dei pinnacoli a culminare le linee verticali delle lesene, che a metà della facciata intersecano una lieve fascia marcapiano; un sobrio portale, sormontato da una classica finestra reniforme. All’interno, ben proporzionata, un’aula a una sola navata, coperta da una volta ribassata.

La chiesa dei Novelli Innocenti

La chiesa della Madonna dello Schiavo

Un altro monumento molto caro alla devozione dei carlofortini è la chiesa della Madonna dello Schiavo, situato nella centralissima via XX Settembre. Si tratta di un piccolo santuario la cui intitolazione si deve alla statua lignea – una polena perduta da qualche nave – posta a ornamento dell’altare maggiore, che fu ritrovata da uno degli abitanti di Carloforte durante la schiavitù in Tunisia.
La costruzione dell’edificio fu portata a termine in forme neoclassiche nel 1815 dalle poche centinaia di abitanti che fecero ritorno all’isola dopo gli anni dell’esilio. La chiesetta è chiamata affettuosamente Gêxétta du Previn (“chiesetta del pretino”) in onore di don Nicolò Segni, il giovane sacerdote che seguì e confortò i carlofortini durante la schiavitù africana. Dal settembre del 1988, 250° anniversario della fondazione di Carloforte, custodisce le spoglie di uno schiavo ignoto, traslate da Tunisi. Si celebra il 15 novembre.

La chiesa di San Pietro Apostolo

Avviata nell’aprile 1999, la costruzione della chiesa San Pietro Apostolo, patrono dell’Isola e di Carloforte, si è conclusa qualche anno più tardi: la sua inaugurazione è avvenuta nel 2004.
L’edificio, luminoso e ampio, con un campanile che ricorda il tetto spiovente delle case tabarchine (le tipiche barracche), si trova in una traversa di via Corvetto, a un passo dalla chiesetta dei Novelli Innocenti. All’interno la costruzione custodisce la statua del Santo cui è intitolata, che ogni anno viene portata in processione a mare, seguita dalle barche dei pescatori locali.

La chiesa della Madonna dello Schiavo